Colfiorito di Foligno

Colfiorito è una frazione montana del comune di Foligno (PG). Il paese è situato su un vasto altopiano ad un’altitudine di 781m s.l.m. lungo la Strada Statale 77 della Val di Chienti che congiunge Foligno a Macerata.
L’altopiano carsico deriva dal prosciugamento di sette conche lacustri, di cui rimane solo la palude. Dal 1995, è stato dato un forte impulso al turismo ambientale con l’istituzione di un parco naturale regionale. La palude di Colfiorito ne è la parte più significativa.
Storicamente, l’altopiano è noto per la coltivazione della patata rossa e delle lenticchie, che vengono vendute direttamente anche dai piccoli produttori, costantemente presenti lungo la strada statale 77. Rilevante la presenza di allevatori e di aziende per la produzione di latticini.
Durante l’estate, la Sagra della Patata Rossa attira numerosi turisti e buongustai da Umbria e Marche.
Il Venerdì Santo si svolge una processione del Cristo Morto, molto suggestiva e di antica tradizione. Sempre al periodo di Quaresima appartiene un popolare canto della Passione, che un gruppo di cantori spontaneamente aggregati proponeva nelle strade del paese o delle località limitrofe, fino agli anni ’60, oggi solo su invito.

Monumenti

• Chiesa di Santa Maria di Pistia (o di Plestia), (V secolo), è una basilica  paleocristiana in stile proto-romanico
• Castello di Colfiorito (1269).
• Castelliere del monte Orve.
• Molinaccio, resti di un antico molino alimentato dalla acque palustri che confluiscono in un inghiottitoio naturale.
• Botte dei Varano, collettore per il drenaggio delle acque dell’altopiano,costruito alla fine del Quattrocento.
• Museo archeologico “Umbri Plestini”.
• Museo naturalistico del Parco di Colfiorito
• Convento di Brogliano

La Palude di Colfiorito

La palude di Colfiorito si contraddistingue per la molteciplità di complessi vegetazionali. In questo scenario di estrema bellezza si possono facilmente osservare la Ninfea bianca, l’Orchidea palmata, l’Orchidea acquatica, il Colchico portoghese, la Lisca maggiore e tanti altri fiori. Oltre che per gli aspetti botanici, la biodiversità della palude è determinata dalla ricchezza della comunità faunistica. La palude, infatti per l’elevatissima presenza di uccelli stanziali e migratori, costituisce il sistema avifaunistico più rilevante.
Le indagini condotte dagli specialisti hanno evidenziato come il numero di specie di uccelli nidificanti e/o svernanti sia molto elevato (oltre 100) e come numerose siano le specie considerate rare o minacciate nel loro aerale europeo. Le indagini, inoltre, hanno dimostrato come la moltitudine di uccelli acquatici è particolarmente connessa ai periodi di migrazione, marcandocosì la palude come un importante sito di sosta appenninico durante gli spostamenti stagionali. In particolare, tra gli uccellidi spicco se ne ricordano due: il Tarabuso (Botarius stellaris), che abita e nidifica da lungo tempo nel Canneto e nello Scripeto (con presenza fino a 25 esemplari), il cui stato di conservazioneè ritenuto “critico” in tutta Europa; la Rondine (hirubdo rustica), migratrice nidificante per eccellenza e Passeriforme tipico del paesaggio agrario tradizionale che in autunno, trova nel Canneto uno dei maggiori dormitori d’Italia.
Altre specie che esaltano la diversità biologica faunistica della palude, appartengono poi al variegato regno dei piccoli Vertebrati, come Raganelle, Rane, Tritoni, Ofidi e a quello degli Iinvertebrati, come Coleotteri, Farfalle Lebellule Tricotteri. La diversità faunistica della palude però non si limita solo agli animali legati all’acqua, ma interessa anche animali che, pur caratteristici di ambienti terrestri appenninici, frequentano regolarmente il mosaico di abitat della zon ecotonale, come: Cornacchia grigia, Ghiandaia, Ortolano e Pettirosso (passeriformi); Poiana e Lodaiolo (rapaci diurni); Istrice, Volpe, Tasso, Donnola e Cinghiale (mammiferi).